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Ebbene sì: eccoci con l’ennesimo articolo contenente consigli per i traduttori che cercano di procacciarsi nuovi clienti e rispondono agli annunci di lavoro di traduzione. Non pensavo di arrivare a scriverne un altro, visto che in giro se ne trovano a decine (qui trovi quello di Valentina Stagnaro che dà alcuni consigli per la redazione del CV), ma alla luce della mia recente esperienza ho raccolto alcune riflessioni che ho pensato possano essere utili a qualche collega.

Come forse saprai, oltre a lavorare nella European School of Translation gestisco, insieme ai miei colleghi Andrea Spila e Agnese Duranti, AlfaBeta, una piccola agenzia di traduzioni con sede a Roma. Lavoriamo con qualche decina di traduttori freelance che selezioniamo individualmente e con i quali abbiamo un rapporto umano e diretto. Ci teniamo a conoscere le caratteristiche di ogni nostro traduttore perché nel processo di gestione dei progetti teniamo conto di ogni informazione per trovare la persona giusta che si possa occupare di ciascun lavoro di traduzione.

Nell’ultimo periodo ci siamo trovati a voler allargare la nostra rete di collaboratori, in particolare per quanto riguarda la combinazione italiano-inglese, che è quella con cui lavoriamo maggiormente. Ho quindi deciso di pubblicare un paio di annunci, su Facebook e su LinkedIn.

Leggi bene l’annuncio!

Il testo dell’annuncio era questo:

We are a small LSP based in Rome and we are expanding our network of English freelance mothertongue professionals.
We are looking for Italian>English translators with some experience with technical texts (med, farm, science).
Good writing skills and CAT tools are required.
NOTE: we accept ONLY English mothertongue professionals. Do not apply if your mothertongue is not English.

Indovina un po’ qual è la lingua madre nel 90% delle candidature che ho ricevuto? Sì, hai immaginato bene: sono tutti traduttori italiani, magari con un ottimo livello di inglese, per carità (no, non è come qualcuno sta pensando… un C2 in inglese non equivale a essere madrelingua), ma non è quello che noi stavamo cercando! Noi cercavamo dei traduttori madrelingua, quindi… chi ha perso tempo? Abbiamo perso tempo entrambi.

Pertanto, se vuoi essere professionale nei rapporti con i tuoi potenziali clienti, leggi bene ciò che ti viene richiesto, e soprattutto non millantare competenze che non hai.

Presentati in modo professionale

Tra vari profili che mi sono trovata ad analizzare c’è quello di un’infermiera (ovviamente non di madrelingua inglese, ma per ora tralasciamo questa informazione per concentrarci su un altro dettaglio), che sta portando avanti un percorso di studi come mediatrice linguistica. Si tratta di un profilo in apparenza anomalo ma che potenzialmente potrebbe essere molto interessante, perché una persona che ha un contatto diretto con una materia specialistica spesso ne conosce a fondo la terminologia e riesce a gestire benissimo traduzioni altamente specializzate nel suo settore. Sappiamo che la formazione dei traduttori è spesso variegata, alcuni possono provenire da percorsi di studi molto diversi da quello linguistico, quindi sapere che fa l’infermiera non mi ha spaventata o scoraggiata.

La cosa che mi ha lasciata perplessa è stata la sua descrizione sintetica:

Mi diletto a tradurre testi perlopiù di carattere scientifico (medico e infermieristico) dall’Italiano all’Inglese e viceversa.

Serve che aggiunga altro? Affideresti mai un progetto di un tuo cliente a una persona che “si diletta”?
È importante essere obiettivi sulle proprie capacità, ma al tempo stesso bisogna presentarsi in modo professionale, non far sembrare un hobby il lavoro che puntiamo a fare.

Rispondi tempestivamente alle email

Dopo le prime faticose selezioni, ho individuato qualche profilo che mi sembrava idoneo alle nostre necessità e ho scritto via email alle persone che desideravo continuare a conoscere. Ho chiesto disponibilità a fare una breve prova di traduzione che ci avrebbe permesso di valutare la qualità della scrittura.

Un paio di queste persone non hanno risposto a questa email. Un altro paio di persone hanno detto “va bene, ti mando la prova la prossima settimana”. E da lì, il nulla. Sono passate più di tre settimane, non abbiamo ricevuto la prova di traduzione. È chiaro che, qualora questa prova arrivasse, io partirei già col pregiudizio dell’inaffidabilità di quel professionista.

Cura nei minimi dettagli la prova di traduzione

Ti sembrerà l’ennesimo consiglio ovvio, eppure abbiamo ricevuto delle prove di traduzione che, in sole due cartelle, contenevano un concentrato di errori da far accapponare la pelle! Errori ortografici, di stile, di terminologia. Insomma, se prima di mandare una prova di traduzione a un’agenzia con la quale desideri lavorare, non fai nemmeno il controllo ortografico dell’editor di testo, non sei la persona che fa per noi!

Stabilire una relazione professionale con un nuovo cliente è un’operazione di cruciale importanza per la carriera di un traduttore freelance. È quindi importante non sprecarla giocandosi male le proprie carte! Tu cosa ne pensi?

Raffaella Moretti
Raffaella Moretti

Ha un master in Traduzione tecnica. È socia e financial manager di AlfaBeta, una società di consulenza per la comunicazione internazionale specializzata nel web. Coordina la European School of Translation e si occupa di web design, curando i siti web della scuola, della Giornata del Traduttore e dei tanti clienti di AlfaBeta.

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