Continuano i nostri approfondimenti sulle professioni linguistiche: dopo aver parlato del language lead e del vendor manager, oggi parliamo dell’audiodescrittore, una figura professionale fondamentale per l’accessibilità che può collaborare con reti televisive, musei, teatri e non solo.
Abbiamo chiesto a Viviana Merola, ideatrice e coordinatrice didattica del corso “Esperto di accessibilità della comunicazione e dei contenuti culturali” di ISTRAD, di spiegarci meglio come lavora un audiodescrittore e quali sono le sue principali competenze professionali.
Cos’è l’audiodescrizione e di cosa si occupa un audiodescrittore?
L’audiodescrizione (AD) è una tecnica che consente di rendere accessibile qualsiasi tipo di prodotto audiovisivo (o visivo) o evento dal vivo a ciechi e ipovedenti tramite la traduzione delle informazioni visive rilevanti, aumentando la comprensibilità e la godibilità del prodotto. Per far ciò, l’audiodescrittore si occupa di redigere uno script in cui esplicita tutti gli elementi visivi a cui la persona cieca o ipovedente non può avere accesso.
A volte, si trova a dover esplicitare anche elementi orali: pensiamo a un film in italiano (o doppiato in italiano) in cui uno o più personaggi parlano in un’altra lingua e vengono sottotitolati; nell’audiodescrizione, questi sottotitoli devono essere letti perché arrivino anche agli spettatori ciechi e ipovedenti. In questo caso, si parla di audio-sottotitoli.
Attraverso frasi brevi e precise, l’audiodescrizione fornisce una descrizione oggettiva di quello che accade in scena. Si descrivono le azioni, i personaggi, i costumi, il linguaggio del corpo, le espressioni facciali, gli ambienti e qualsiasi cosa possa aiutare a seguire ciò che succede sullo schermo (o sul palcoscenico, nel caso del teatro). Queste descrizioni vanno inserite nelle pause di dialogo e non devono mai sovrapporsi agli effetti sonori e musicali. Una volta pronto lo script, si passerà alla registrazione in studio e il rimixaggio delle tracce audio o, nel caso di eventi dal vivo, alla lettura da parte di uno speaker durante lo svolgimento dell’evento.
Quali sono le competenze dell’audiodescrittore?
L’audiodescrittore deve scegliere le parole con cura, esporre con chiarezza e precisione e, soprattutto, deve essere in grado di trasformarsi negli occhi degli spettatori ciechi e ipovedenti. Il suo obiettivo, quindi, è quello di descrivere quanto vede in modo oggettivo, senza interpretare le immagini o aggiungendo giudizi personali riguardo una scena o un’azione, lasciando agli utenti una certa libertà di immaginazione e interpretazione.
Per evitare di trattare il pubblico con accondiscendenza, dunque, l’audiodescrittore deve saper trovare un equilibrio tra le descrizioni, il ritmo dell’opera e la godibilità del prodotto da parte degli utenti, nel tentativo di descrivere tutto senza esagerare. Solo in questo modo è possibile far vivere agli spettatori ciechi e ipovedenti la stessa esperienza artistica che vivono gli spettatori normovedenti.
L’audiodescrittore deve possedere delle abilità di scrittura, di percezione, di immaginazione, ma anche una certa sensibilità nel cogliere le esigenze del pubblico cieco e ipovedente. Il suo lavoro, infatti, non è un mero esercizio di stile e di lingua.
Quali sono gli strumenti di lavoro dell’audiodescrittore?
Esistono diversi software per produrre audiodescrizioni. Tra quelli gratuiti, ci sono YouDescribe e Live Describe. Alcuni audiodescrittori utilizzano un software per la sottotitolazione (EZTitles o altri programmi gratuiti quali Subtitle Edit, VisualSubSync, Aegisub, ecc.): invece di sincronizzare i sottotitoli con le battute dei personaggi, occorre cercare i “silenzi” e fissare il timecode in cui verrà inserita l’audiodescrizione. Altri ancora, invece, utilizzano un semplice documento di Word (o altri editor di testo) per redigere lo script, inserendo manualmente il timecode all’inizio di ogni descrizione.
L’importanza dell’audiodescrittore
Il lavoro dell’audiodescrittore è fondamentale, non solo perché rende accessibili prodotti audiovisivi, teatrali o museali a persone cieche e ipovedenti, ma anche perché consente a tutti di condividere e godere ogni tipologia di evento rendendo possibile l’integrazione sociale e culturale.
Se desideri approfondire, abbiamo fatto una chiacchierata con Viviana anche nel nostro podcast “Tradurre”: ascolta la puntata sull’accessibilità.
Ha un master in Traduzione tecnica. È socia e financial manager di AlfaBeta, una società di consulenza per la comunicazione internazionale specializzata nel web. Coordina la European School of Translation e si occupa di web design, curando i siti web della scuola, della Giornata del Traduttore e dei tanti clienti di AlfaBeta.