Come il coronavirus sta influenzando il mercato della traduzione e come stanno reagendo le aziende del settore

Come ormai ben sappiamo, l’11 marzo scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il Covid-19 pandemia. Le misure adottate da ciascun governo nazionale sono dipese, e dipendono tuttora, dal numero di casi accertati sul territorio in questione. Ma, in generale, l’obiettivo è quello di limitare gli spostamenti della popolazione in modo da “appiattire la curva” del contagio.

I traduttori professionisti di tutto il mondo hanno già iniziato a confrontarsi con le conseguenze della pandemia. Nella Cina continentale, dove si ritiene che la risposta all’epidemia di coronavirus sia da cinque a sei settimane più avanti rispetto agli altri Paesi, uno studio dello scorso febbraio ha evidenziato che molti fornitori di servizi linguistici sono in grado di svolgere la maggior parte delle loro attività in modalità remota. Lo studio ha messo in luce anche che il 76% degli intervistati prevedeva di tornare in ufficio entro l’inizio di marzo; tuttavia, coloro che si trovano nelle zone più colpite, con severe misure di controllo dell’epidemia in atto, prevedono di tornare solo una volta che questa epidemia sarà superata.

Nel frattempo, l’Italia ha prorogato la quarantena nazionale fino al 13 aprile 2020. Le associazioni italiane aderenti alla FIT Europe, una sezione regionale della Federazione internazionale dei traduttori, hanno lanciato un appello congiunto per richiedere il sostegno di 5000 professionisti del settore linguistico dopo aver subito perdite per 10 milioni di euro in un solo mese.

Da una panoramica di determinati rappresentanti del settore linguistico mondiale emerge che l’esperienza dei fornitori di servizi linguistici e dei professionisti del settore dipende sia dalla sede sia dal tipo di lavoro svolto. Si potrebbe pensare che la traduzione, normalmente svolta da specialisti che lavorano da casa propria, sia “a prova di lockdown”. Ma l’impatto del coronavirus non si limita alle questioni logistiche: la domanda dei clienti finali dipende fortemente dal settore, e non tutti i settori sono stati colpiti allo stesso modo o nella stessa misura.

Al momento è difficile effettuare una valutazione settore per settore degli impatti sulla domanda di traduzione. Alan White, Direttore dello sviluppo aziendale per The Translation People, società fornitrice di servizi linguistici con sede nel Regno Unito, ha affermato di aver notato un aumento della domanda da parte di alcuni clienti a causa della pandemia. Tale domanda include la traduzione di comunicazioni interne relative a informazioni sanitarie, consigli di viaggio e linee guida sull’igiene in diverse lingue per aziende di tutto il mondo. Altri clienti, come le aziende specializzate in dispositivi di protezione personale, hanno visto un’impennata delle vendite e delle richieste di informazioni, che ha portato a un aumento del lavoro di traduzione man mano che tali aziende hanno acquisito nuovi clienti in tutto il mondo.

Le misure di contenimento hanno già cambiato le attività quotidiane di Summa Linguae Technologies (SLT), società fornitrice di servizi linguistici con sede in Polonia. Attualmente i dipendenti lavorano da casa anziché dall’ufficio, il che è utile per chi ha bisogno di stare con i propri figli da quando le scuole sono state chiuse. L’AD di SLT, Krzysztof Zdanowski, ha affermato che l’impatto a medio e lungo termine del coronavirus è difficile da valutare al momento e, finora, i cambiamenti nella domanda sembrano essere eterogenei. “La maggior parte dei nostri clienti si è fatta redigere e tradurre le proprie politiche sul coronavirus”, ha detto Zdanowski, aggiungendo di aver assistito a un aumento significativo della domanda da parte dei clienti dell’e-commerce e della vendita al dettaglio. Allo stesso modo, la maggior parte dei grandi progetti di raccolta e annotazione dati in corso si sta effettivamente ampliando, con clienti che chiedono una consegna più rapida, mentre SLT si è vista rinviare la localizzazione per i settori informatico, multimediale e dell’e-learning a causa della sospensione del lancio dei prodotti.

Così, mentre i governi di tutto il mondo cercano di contenere il coronavirus, il settore linguistico, alle prese con le conseguenze della pandemia e col cambiamento delle richieste di mercato, cerca di reagire con una risposta ponderata.

In generale, le aziende fornitrici di servizi linguistici, piccole e grandi, hanno assicurato ai clienti di rimanere operative anche durante la pandemia. La maggior parte di esse hanno delineato misure di emergenza, che affermano essere state predisposte anche prima dell’epidemia di Covid-19. Quello che segue è il succo di ogni risposta data, sulla propria pagina Web, da tre aziende molto rappresentative del settore: Lionbridge, SDL e, ultima ma non di importanza, Translated con sede in Italia.

Da Lionbridge: “Questa pagina offre risorse per qualunque professionista che voglia guidare la propria azienda attraverso le sfide che questo evento mondiale sta comportando. La aggiorneremo regolarmente con articoli informativi, consigli su come reagire alla crisi e su come possiamo aiutarvi a mantenere il vostro team, la vostra azienda e i vostri clienti felici e in salute”.

Da SDL: “La continuità operativa è una delle nostre priorità centrali qui a SDL e, come parte integrante dei nostri programmi, abbiamo attivato un team mondiale di reazione alla crisi, che lavora per gestire tutti i Paesi e le regioni colpiti, per salvaguardare il nostro personale e ridurre al minimo l’impatto sulla vostra attività”.

Translated ha affermato che i servizi di traduzione sono annoverati tra quelli essenziali e “sono inclusi nell’elenco delle attività consentite. Pertanto, Translated rimarrà aperta e perfettamente funzionante durante il periodo di blocco. Riteniamo che le lingue svolgano un ruolo fondamentale nella lotta a questa crisi, perché ora più che mai le persone hanno bisogno di informazioni affidabili, rassicurazioni e comunicazioni efficaci”.

Con il lavoro da remoto e con tutti i servizi attivi, il settore delle traduzioni sembra rimanere a galla piuttosto bene, grazie anche alla capacità di flessibilità che lo ha sempre contraddistinto e che continua a contraddistinguerlo anche durante la crisi sanitaria mondiale maggiore della nostra epoca.

Martina Stea

Romana, classe 1987, consegue la Laurea magistrale in Letterature e traduzione interculturale nel 2012 presso l'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2017 consegue un Master in Traduzione specializzata tecnico-scientifica nelle combinazioni linguistiche EN>IT ed ES>IT, presso l’Agenzia formativa tuttoEUROPA di Torino. Da allora è felicemente una traduttrice freelance, ma da ottobre 2018 fa anche dell'altra sua passione un lavoro: tra una traduzione e l'altra, infatti, Martina gira il mondo zaino in spalla come coordinatrice di viaggi di gruppo. La sua ambizione è diventare quanto più nomade digitale possibile.

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